mercoledì 23 febbraio 2011

Campagna Sociale – BEVI RESPONSABILMENTE


Interno notte.
Bar Manhattan.

Un uomo di circa 40 anni entra in un bar affollato.
Ha l’aria stanca, la barba lunga e lo sguardo triste. Indossa un trench stazzonato sull’abito scuro. Con passo pesante si avvicina al banco facendosi largo tra gli altri avventori.
L'uomo si siede al banco e sospirando profondamente si allenta il nodo della cravatta.

Il barman, dopo aver servito un cocktail a una giovane donna, si rivolge all'uomo chiedendogli:

VM. Cosa le porto?
VM1. Due bicchieri di whisky.
VM. Uno adesso e l’altro più tardi?
VM1. No, li voglio adesso! – la risposta è secca e dura.

VM. Ok, un whisky doppio allora.

L'uomo guarda il barman dritto neglio occhi e con tono aggressivo replica:

VM1. Ho detto che voglio due bicchieri di whisky e li voglio tutti e due ora! Un bicchiere è per me, l’altro lo bevo alla memoria di qualcuno che non è più qui. Gliel’ho promesso.

Stacco.

Un mese dopo. Interno Notte – Stesso Bar di Manhattan.

La scena si ripete. Il nostro protagonista entra nel bar e si siede al banco.
E’ vestito esattamente come la prima volta. E’ visibilmente stanco dopo una giornata di lavoro e aspetta pazientemente il suo turno per essere servito.

Il barman lo riconosce ed esclama:

VM. Buonasera! Per lei i soliti due bicchieri di whisky?

Il nostro protagonista fissa il barman negli occhi e risponde con tono calmo e freddo:

VM1. Solo uno grazie. Ho smesso di bere.

PP del bicchiere di whisky sul banco e claim.

Claim. Un bicchiere di meno, un amico in più.




Caffè Letterario - YETI


Esterno giorno.
Pausa pranzo Master IED.
Gli aspiranti copywriters del master in scrittura pubblicitaria (quattro uomini e due donne) si consultano per decidere dove andare a pranzo.
Giulia propone di ritornare al Caffè Letterario. Samantha è d’accordo. Brigitta dice:

VF. Si. Torniamoci. Ho voglia di provare quel piatto di prosciutto e formaggio bio con i lambascioni che mi sembrava tanto stuzzicante. Si mangia davvero bene li e poi il posto è intimo,accogliente e c’è buona musica.

Il resto del gruppo è d’accordo e si parte per lo YETI.
La giornata è fredda ma c’è uno splendido sole nel cielo blu. I sei attraversano a piedi il pittoresco mercato del quartiere Pigneto e incrociano un corteo di manifestanti contro la politica del Governo.
Dopo pochi minuti di cammino i ragazzi arrivano allo YETI.
Il servizio è rapido. Il posto è piccolo e il cameriere è costretto a unire tre piccoli tavoli che vengono subito allestiti con i coperti. Il cameriere prende le ordinazioni mentre i sei cominciano a chiacchierare allegramente in attesa delle pietanze.

L’atmosfera è calda, intima, le pareti sono tappezzate di libri e riviste letterarie, pochi gli avventori presenti.
Un bicchiere di vino e della buona musica in sottofondo aiutano gli animi a rilassarsi.
Al banco, dolci e torte fanno bella mostra di se. Tutto è così invitante e i sei non hanno alcuna voglia di tornare in aula.
Complici il vino e il buon cibo, i sei cominciano uno strano gioca della verità.
Ciascuno elenca i pregi e i difetti dei rispettivi colleghi. Una confessione senza filtri o ipocrisie di sorta.
Gli occhi sono lucidi, i sorrisi aperti, sinceri e fragorosi.
Forse il gruppo sta disturbano gli altri clienti del locale ma nessuno sembra farci caso.
Si paga il conto e si torna a lavoro con il cuore più leggero.

Inquadratura dell’ingresso dello YETI e claim.

SPK. Magia dello YETI. Perché con la cultura a tavola si mangia, e anche bene.


Azienda di Promozione Turistica – Canosa di Puglia


Musica (sottofondo). C’era una volta il west, Ennio Morricone.

Esterno giorno – Torrida Estate.

Aperta campagna alla periferia di Canosa. Un giovane turista scende da un’auto che gli ha dato un passaggio.
Durante il viaggio in auto vediamo scorrere dal finestrino il paesaggio tipico della campagna pugliese. Alberi d’olivo e campi di grano bruciati dal sole.
Zaino in spalla, il ragazzo suda copiosamente mentre si incammina cercando di raggiungere il centro cittadino. E’ l’ora della siesta. Il paese è deserto. Il rumore delle cicale è assordante.
Il nostro giovane protagonista comincia a esplorare la città deserta. Presumibilmente cerca qualcuno cui chiedere informazioni.

Durante il percorso vengono inquadrate le prospettive architettoniche più interessanti del paese e i monumenti storici più importanti.
Il sole è accecante nel cielo blu.
Il ragazzo attraversa la città che sembra completamente disabitata e strada facendo comincia a percorrere in salita la parte vecchia della città fino ad arrivare in cima dove si trovano i ruderi del vecchio castello.


Il ragazzo oltrepassa i ruderi del castello e si sofferma a contemplare il panorama mozzafiato della valle dell’Ofanto mentre un forte vento gli scompiglia i capelli. In lontananza si scorgono il Monte Vulture e Castel del Monte.
Nel tornare indietro il ragazzo si accorge di un’anziana donna seduta sulla soglia di un’abitazione a piano terra che lo sta osservando con curiosità. Vicino a lei c’è una cesta piena di percoche mature. La donna ne prende una e la offre sorridendo al nostro protagonista che la ringrazia con un cenno del capo.
Il giovane uomo addenta il frutto succoso mentre una persiana si spalanca alle sue spalle.
Il ragazzo si gira e una bella donna sorride al turista e lo saluta con la mano.

Claim. CANOSA. Ti offre sempre qualcosa di buono.


Dado da cucina magro – NELLO IL DADO SNELLO


Interno Appartamento.

Un signore di mezza età apre la porta d'ingresso.
Una giovane donna entra in casa. Abbraccia e bacia l’uomo dicendo:

VF. Ciao papà come stai?
VM. Benissimo! Finalmente! Che piacere averti a pranzo. Come stai cara?
VF. Tutto bene papà. E la mamma?
VM. E’ di la in cucina che parla al telefono.
VF. Vado a darle una mano allora.

La giovane donna si avvia verso la cucina ma sulla soglia della porta si blocca paralizzata dalla conversazione telefonica della madre. La signora è una bella donna di mezza età, curatissima ed elegante. Sta parlando a un telefono portatile mentre controlla le pentole sui fornelli.

VF1 (madre). Si Clelia, da quando c’è lui tutto ha piùùùùùù….come dire….più sapore ecco! E poi è così magro, l’unico che riesce ad assecondare le mie fantasie quando ho voglia di togliermi qualche sfizio. Ah ah ah. Ha quel non so che….lascia che te lo dica Clelia, ero proprio stanca della solita minestra! Come si chiama?
Nellooooo. Non è carino? Mi raccomando però è un segreto, tienilo per te. Ciao cara.

La figlia entra in cucina con un’espressione di puro sbalordimento dipinta sul volto ed esclama:

VF. Mammaaaaaaa! Ma chi è Nello? E papà? Dopo anni di matrimonio tu lo chiami la solita minestra?

La donna dopo un attimo di sorpresa sorride abbracciando la figlia per salutarla e dice:

VF1 (madre). Tesoro ma cosa dici? Nello è il mio dado magro da cucina. Da sapore a tutti i miei piatti senza appesantire. Anche tuo padre è più vispo da quando la mia cucina è più leggera.

La signora fa l’occhiolino alla figlia e le due donne sorridono divertite.

Claim. Nello. Un amore di dado.


Prima Citycar a Idrogeno – LINDA




Musica (sottofondo). Concerto in G di Antonio Vivaldi.

Esterno giorno.

La nostra citycar si muove in un intricato groviglio di strade e stradine. Il pilota non è visibile. L’auto è cerca di districarsi nel traffico, compie manovre impossibili per evitare ostacoli di varia natura.

L’inquadratura si sposta verso l’alto rivelando che la citycar sta percorrendo un complicatissimo labirinto. L’auto avanza ma spesso è costretta a tornare indietro per ripetere il percorso.

Ritorniamo sul piano dell’auto. Finalmente la citycar incrocia un cartello di segnalazione su cui è scritto “IDROGENO”.
L’auto segue la direzione indicata dal cartello e finalmente riesce a trovare l’uscita.
Inquadratura posteriore dell’auto che percorre un rettilineo che punta dritto verso l’orizzonte. L’auto attraversa un panorama mozzafiato che mostra la natura in tutta la sua bellezza.

Inquadratura del prodotto e claim.


Claim. LINDA. Il futuro ha le idee chiare.